GIUSEPPE VETROMILE in questa poesia, tratta da Esercizio all' esistenza, Puntoacapo edizioni, ci spinge all' esercizio della vita, della poesia. Noi prendiamo le misure. Tra il vuoto e gli oggetti che prendono spazio in una stanza, il poeta si interroga sulla significazione di quelle presenze - assenze e si prepara a guardare la stanza da fuori. I poeti non abitano mai un solo momento, un solo centimetro di spazio. I poeti si perdono un po' ovunque perché sono spettatori e vite cariche dei segreti della luce e dell'ombra . E come non pensare ai versi di Amelia Rosselli quando dice " c'è come un dolore nella stanza" , il dolore , a tratti è la vita, a tratti è l' amore.
"L' amore va preso a gocce di felicità/ quanto basta per sopravvivere/ tra una sigarettae l' altra"
E nella stanza, come sempre, ciò che invade insegna la mancanza del pieno e allora l' amore va preso a gocce , come se fosse un farmaco o un distillato da assumere con moderazione. La poesia di Giuseppe Vetromile è un esercizio raro e prezioso di filosofia, una scrittura carica di pura poesia.
Agnese Coppola
29/6/2022